Vai al file pdf
Regesti

 

(I.1) Monreale 1176, 15 agosto, IX indizione

Guglielmo II, nel giorno dell’Assunzione della Beata Vergine, fonda il monastero di Santa Maria Nova di Monreale.
Il privilegio dispone il rispetto della regola benedettina e le libere elezioni dell’abate; dota inoltre il monastero attraverso la donazione di numerosi beni immobili, ed in particolare:

Il re inoltre dota l’abbazia di importanti esenzioni e privilegi, ed in particolare: il diritto di tenere cinque pescherecci esenti da tasse ovunque, nel regno; il diritto di fare e trasportare legna liberamente, in qualsiasi foresta del regno, e il diritto di libero pascolo sulle terre del demanio reale; l’esenzione di servizi e tasse per la flotta, gli uomini, gli animali e i possedimenti del monastero.
Infine l’abate viene costituito giustiziere su tutte le terre e i possedimenti della chiesa, acquisiti o da acquisire.

documento

(I.2) Palermo 1182, ottobre, I indizione

Guglielmo II rinnova le concessioni fatte a Santa Maria Nova di Monreale nel privilegio di fondazione del 1176, in modo che perdendosi questo, non si perdano i diritti del monastero.

documento

(I.3) Palermo 1182, ottobre, I indizione

Guglielmo II reitera le concessioni fatte alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale, rinnovando il privilegio di fondazione del 1176, di cui questo è copia quasi fedele.

documento

(I.4) Palermo 1182, maggio, XV indizione

Guglielmo II rilascia alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale un privilegio scritto in latino, greco ed arabo, nel quale vengono descritti tutti i possedimenti e casali concessi alla diocesi, e i loro confini.

documento

(I.5) Palermo 1182, giugno, XV indizione

Guglielmo II concede a Santa Maria Nova di Monreale:
- a Messina, la chiesa del San Sepolcro;
- a Palermo, la casa del fu Silvestro conte di Marsico, vicino alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, con cappella, forno e orto; la chiesa di San Martino, fondata da Pietro Indulfo, con i suoi possedimenti;  la vigna di Pietro, mastro pittore, vicina alle sorgenti del Gabriele, che sua figlia e il marito avevano ceduto alla corte.

documento

(I.6) Palermo 1182, ottobre, I indizione

Guglielmo II concede che monaci e servitori di Santa Maria Nova di Monreale e delle sue obbedienze, e le loro cavalcature, non paghino dazio alcuno attraversando lo Stretto di Messina.

documento

(I.7) Palermo 1183, maggio, I indizione

Guglielmo II, su richiesta di Ruggero di Tarsia, acconsente al suo matrimonio con Maria, figlio di Roberto Malconvenant; riconoscendo costoro che il tenimento di Bisaquino non gli appartiene legalmente, lo rimettono al demanio reale, da cui viene concesso a Monreale.

documento

(I.8) Palermo 1183, maggio, I indizione

Ruggero di Tarsia e sua moglie Maria, figlia di Roberto Malconvenant, avendo il re acconsentito al loro matrimonio, rinunciano al possesso della terra di Bisaquino, per la quale riconoscono di non aver nessun giusto titolo, e ne attestano l’avvenuta cessione in favore del monastero di Santa Maria Nova di Monreale.

documento

(I.9) Palermo 1184, marzo, II indizione

Guglielmo II concede e dona alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale il casale Rendicella con le sue pertinenze, e la cappella del detto casale con i suoi diritti.

documento

(I.10) Palermo 1184, marzo, II indizione

Guglielmo II concede e dona alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale il casale di Terrusio e il casale Fantasina, con i loro diritti e villani, descrivendone il territorio ed i confini; concede inoltre la chiesa di Santa Maria Maddalena, ubicata nel territorio di Corleone, con i suoi diritti, possedimenti, vigne, acque, canneti e mulini, essendo detta chiesta da tempo abbandonata dalla badessa e dalle sue monache.

documento

(I.11) Palermo 1178, 15 agosto, IX indizione

Guglielmo II, con privilegio offerto sull’altare del monastero durante la festa dell’Assunzione, concede a Santa Maria Nova di Monreale i possedimenti appartenuti a Goffredo Battallario, con tutti i suoi villani e le pertinenze, liberi ed esenti da qualunque servizio.

documento

(I.12) Palermo 1185, giugno, III indizione

Guglielmo II concede e dona alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale, i casali di Giuliana, Comicchio, Adragno, La Chabuca e Senurio, con le loro pertinenze, possedimenti, cappelle e diritti.

documento

(I.13) Palermo 1195, 2 gennaio, XIII indizione

Enrico VI imperatore, insieme con la moglie Costanza, riceve la chiesa di Santa Maria Nova di Monreale sotto la sua protezione, confermandone tutti i privilegi, concessioni, imumunità e beni precedentemente acquisiti sotto Guglielmo II; ordina inoltre la restituzione alla chiesa di tutti quei territori e beni che le erano stati usurpati in Puglia.

documento

(I.14) Messina 1211, aprile, XIV indizione

Federico II ordina all’arcivescovo Caro di sequestrare i beni di tutti quei borgesi che, pur possedendo immobili e vigne nel territorio di Monreale, non lo avevano difeso alle incursioni saracene, come era stato loro comandato; i beni sequestrati potranno essere concessi dall’arcivescovo a suo piacimento a coloro che invece difenderanno la chiesa.

documento

(I.15) Messina 1212, febbraio, XV indizione

Federico II concede all’arcivescovo di Monreale Caro, e alla sua chiesa, che tutti coloro che avessero possedimenti o beni nel territorio della sua diocesi, anche se abitanti di Palermo o altra città, gli giurino fedeltà e gli debbano la decima; ordina inoltre che né l’arcivescovo né i borgesi residenti nel suo territorio paghino dazi o dogane nell’entrare, uscire, comprare e vendere a Palermo, e che l’arcivescovo abbia la possibilità di tenervi corte.

documento

(I.16) Wurzburg 1220, luglio, VIII indizione

L’imperatore Federico II, considerando la chiesa di Santa Maria Nova di Monreale come sua camera speciale, concede e conferma per sempre tutti i possedimenti e privilegi che le erano stati assegnati da Guglielmo II, dall’imperatore Enrico VI suo padre e da lui stesso.

documento

(I.17) Brindisi 1221, 22 marzo, IX indizione

Federico II comanda a tutti i giustizieri di Sicilia che, essendo in passato stati distratti molti beni della chiesa di Monreale contro lo statuto di Guglielmo II, ne revochino tutte le alienazioni entro un mese.

documento

(I.18) Palermo 1180, marzo, XIII indizione

Guglielmo II concede all’abbazia di Monreale la chiesa di Santo Spirito nel porto di Brindisi, costruita da Durante di Brindisi.

documento

(I.19) Palermo 1211, 15 gennaio, XIV indizione

Federico II ordina che i villani saraceni di Iato, Celso e altri luoghi della Sicilia ricadenti sotto la giurisdizione di Monreale, in considerazione dei servizi a lui resi dall’arcivescovo Benvenuto Caro, ritornino immediatamente alle dipendenze della chiesa di Santa Maria Nova.

documento

(I.20) Brindisi (1211), 22 marzo, IX indizione

Federico II, su richiesta dell’arcivescovo Caro, ordina a tutti gli ecclesiastici, conti, baroni, giustizieri, camerari, castellani e a tutti gli uomini di Sicilia, di aiutare i priori delle obbedienze di Monreale e i loro messi, nel ricondurre alla giurisdizione della diocesi tutti i suoi oblati, essendosi molti villani trasferiti in altri luoghi e sotto altri signori; ordina inoltre che se qualcuno di questi oblati fosse morto, i suoi beni passassero alla chiesa di Monreale e che le eventuali alienazioni da questa condotte fossero revocate; infine, che nessun barone osi tenere corte nei casali di Santa Maria Nova.

documento

(I.21) 1115, maggio, VIII indizione

Il duca Guglielmo, figlio ed erede del duca Ruggero, conferma al monastero di Santa Maria di Maccla, in territorio di Acri, di cui è abate Stefano, le concessioni precedentemente effettuate da suo padre, sua madre, i suoi baroni e fedeli, ed in particolare la donazione del mulino di Cefalino e delle terre di Calcarii, di cui descrive i confini.

documento

(I.22) Messina 1144, 3 novembre, VIII indizione

Ruggero II conferma tutti i privilegi da lui concessi a chiese e sudditi del regno. Inoltre, su richiesta di Urso, ministro di Santa Maria di Maccla, che gli aveva presentato quattro documenti relativi ai possedimenti della sua chiesa, conferma i privilegi e i villani ad essa spettanti.

documento

(I.23) 1120, dicembre, XIII indizione

Il duca Guglielmo, figlio ed erede del duca Ruggero, concede e dona al monastero di San Sebastiano, sito nel territorio di Castel San Mauro, una tenuta di terre che erano appartenute all’emiro Cristodulo.

documento

(I.24) Palermo 1196, dicembre, XIV indizione

L’imperatrice Costanza, in seguito alla controversia tra l’arcivescovo di Monreale Caro e Conrado di Monte Fusculo, signore di Grumi, per il possesso della tenuta di Bitetto, detta Viscilie, che Conrado sosteneva appartenergli, sentiti i testimoni e le parti in causa, aggiudica il dominio della predetta terra alla chiesa di Santa Maria Nova.

documento

(I.25) Palermo 1196, dicembre, XIV indizione

L’imperatrice Costanza, in seguito alla controversia tra l’arcivescovo di Monreale Caro e Conrado di Monte Fusculo, signore di Grumi, per il possesso della tenuta di Bitetto, detta Viscilie, che Conrado sosteneva appartenergli, sentiti i testimoni e le parti in causa, aggiudica il dominio della predetta terra alla chiesa di Santa Maria Nova.

documento

(I.26) Brindisi (1211), 22 marzo, IX indizione

Federico II, su richiesta dell’arcivescovo Caro, ordina a tutti gli ecclesiastici, conti, baroni, giustizieri, camerari, castellani e a tutti gli uomini di Sicilia, di aiutare i priori delle obbedienze di Monreale e i loro messi, nel ricondurre alla giurisdizione della diocesi tutti i suoi oblati, essendosi molti villani trasferiti in altri luoghi e sotto altri signori; ordina inoltre che se qualcuno di questi oblati fosse morto, i suoi beni passassero alla chiesa di Monreale e che le eventuali alienazioni da questa condotte fossero revocate; infine, che nessun barone osi tenere corte nei casali di Santa Maria Nova.

documento

(II.1) Ferentino 1174, 30 dicembre, VII indizione

Alessandro III promuove Santa Maria Nova di Monreale alla condizione di abbazia nullius a pieno titolo, concedendole importanti privilegi ed esenzioni, primo fra tutti l’indipendenza giuridica da qualsiasi autorità ecclesiastica, ad eccezione della Santa Sede; conferma tute le proprietà della nuova fondazione, acquisite o da acquisirsi, sia all’interno che all’esterno del Regno; concede all’arcivescovato tutte le ordinazioni – ovvero il controllo su tutte le sue chiese, le consacrazioni di altari, fonti battesimali e chiese, del crisma e dell’olio santo.
Ordina inoltre che, nell’eventuale cessione di qualsiasi diritto – compresi quelli episcopali – da parte di un ecclesiastico su qualsiasi chiesa o possedimento a favore della nuova abbazia, non sia possibile riservarsi alcuna decima. Infine, concede all’abate l’uso pieno delle insegne vescovili, ovvero anello, mitra, pastorale e paramenti sacri.

documento

(II.2) Anagni 1175, XVIII kalende di febbraio, I indizione

Alessandro III promuove Santa Maria Nova di Monreale alla condizione di abbazia nullius a pieno titolo, concedendole importanti privilegi ed esenzioni, primo fra tutti l’indipendenza giuridica da qualsiasi autorità ecclesiastica, ad eccezione della Santa sede; conferma tute le proprietà della nuova fondazione, acquisite o da acquisirsi, sia all’interno che all’esterno del Regno; concede all’arcivescovato tutte le ordinazioni – ovvero il controllo su tutte le sue chiese, le consacrazioni di altari, fonti battesimali e chiese, del crisma e dell’olio santo. Ordina inoltre che, nell’eventuale cessione di qualsiasi diritto – compresi quelli episcopali – da parte di un ecclesiastico su qualsiasi chiesa o possedimento a favore della nuova abbazia, non sia possibile riservarsi alcuna decima. Infine, concede all’abate l’uso pieno delle insegne vescovili, ovvero anello, mitra, pastorale e paramenti sacri.

documento

(II.3) Velletri 1182, 5 febbraio, I indizione

Lucio III conferma all’arcivescovo di Monreale Fra’ Guglielmo, i privilegi precedentemente concessi da papa Alessandro III, facenda distinta menzione di quel che contengono.

documento

(II.4) Velletri 1182, 18 febbraio, I indizione

Lucio III conferma all’arcivescovo di Monreale Fra’ Guglielmo i privilegi precedentemente concessi da papa Alessandro III, facendo distinta menzione di quel che contengono.

documento

(II.5) Velletri 1182, 5 febbraio, I indizione

Lucio III, elogiando re Guglielmo II per la sua generosità, istituisce la chiesa di Santa Maria Nova di Monreale arcivescovato, concedendo al suo metropolitano l’uso del pallio, ogni diritto episcopale sul monastero di Maniace – appartenente fino a quel momento alla diocesi di Messina – ed assoggettandogli la diocesi di Catania. Conferma inoltre tutte le proprietà dell’arcivescovato, in particolare i diritti ceduti dai prelati, e dichiara che vi si canterà la messa solenne in trentadue feste specificate, oltre che alla consacrazione di vescovi e all’ordinazione di sacerdoti. Conferma infine l’uso delle elezioni canoniche secondo la regola benedettina e il censo annuo di 100 tarì da devolvere alla Santa Sede.

documento

(II.6) Velletri 1182, 9 febbraio, I indizione

Lucio III reitera le concesioni fatte nei precedenti privilegi, comprese quelle del suo predecessore Alessandro III.

documento

(II.7) Anagni 1184, 16 novembre, II indizione

Papa Lucio III conferma all’arcivescovo di Monreale, Fra’ Guglielmo, la concessione fatta dalla regina Margherita del monastero di Maniace alla chiesa di Santa Maria Nova, col consenso di Nicolò I, arcivescovo di Messina, e del suo capitolo, inserendo il tenore di quel privilegio.

documento

(II.8) Velletri 1183, 4 febbraio, I indizione

Papa Lucio III, rivolgendosi a Guglielmo, abate di Monreale, con l’appellativo di arcivescovo, gli assoggetta la diocesi di Catania.

documento

(II.9) Laterano 1188, 19 ottobre, VII indizione

Clemente III sottomette all’arcivescovato di Monreale la chiesa di Siracusa, sottraendole il precedente diritto metropolitico e vietandole l’uso del pallio alla morte del suo vescovo.

documento

(II.10) Laterano 1188, 2 aprile, VI indizione

Papa Clemente III, comanda al capitolo di Siracusa di prestare obbedienza all’arcivescovo di Monreale Fra’ Guglielmo, e ai suoi successori, come suo metropolita.

documento

(II.11) Laterano 1188, 11 aprile, VI indizione

Papa Clemente III, con bolla simile alla precedente, comanda al capitolo di Siracusa di prestare obbedienza all’arcivescovo di Monreale Fra’ Guglielmo, e ai suoi successori, come suo metropolita.

documento

(II.12) Laterano 1188, 30 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III approva i privilegi e le donazioni concessi alla chiesa di Santa Maria Nova da Guglielmo II e qualunque altra persona appartenente all’ambiente laico o ecclesiastico; conferma inoltre le precedenti concessioni dei suoi predecesori Alessandro III e Lucio III, e rinnova la soggezione della chiesa siracusana all’arcivescovato di Monreale.

documento

(II.13) Laterano 1188, 29 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III approva e conferma i privilegi, le donazioni, le libertà e le immunità concesse da Guglielmo II alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale, fornendone descrizione particolareggiata.

documento

(II.14) Laterano 1188, 28 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III concede a re Guglielmo II molti privilegi, da assegnare sia alla chiesa di Monreale che alle chiese ad essa soggette, ed in particolare: che l’arcivescovo di Santa Maria Nova sia sempre libero e non soggetto ad altre diocesi e che ogni bene donato alla chiesa dentro o fuori il regno rimanga perpetuamente in sua potestà. Concede inoltre la possibilità di avere il fonte battesimale in ogni chiesa di pertinenza monrealese, e che nessuna persona appartenente all’ordine ecclesiastico osi esigere la decima o la quarta dai possedimenti e dalle celle della chiesa.

documento

(II.15) Laterano 1188, 28 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III concede a re Guglielmo II molti privilegi, da assegnare sia alla chiesa di Monreale che alle chiese ad essa soggette, ed in particolare: che l’arcivescovo di Santa Maria Nova sia sempre libero e non soggetto ad altre diocesi e che ogni bene donato alla chiesa dentro o fuori il regno rimanga perpetuamente in sua potestà. Concede inoltre la possibilità di avere il fonte battesimale in ogni chiesa di pertinenza monrealese, e che nessuna persona appartenente all’ordine ecclesiastico osi esigere la decima o la quarta dai possedimenti e dalle celle della chiesa.

documento

(II.16) Laterano 1188, 29 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III assoggetta in perpetuo le diocesi di Catania e Siracusa alla diocesi di Monreale.

documento

(II.17) Laterano 1188, 28 ottobre, VII indizione

Papa Clemente III conferma la concessione fatta dalla regina Margherita del monastero di Maniace all’arcivescovato di Monreale, col consenso di Nicolò I arcivescovo di Messina, e del suo capitolo.

documento

(II.18) Roma – San Pietro 1198, 21 aprile, (I indizione)

Innocenzo III ordina all’arcivescovo di Monreale Caro, di non alienare le possessioni della sua mensa e capitolo, comandandogli di non concedere a nessuno possedimenti, casali o chiese, e revocare agli usi di prima le chiese di San Clemente e del San Sepolcro di Messina, che lo stesso arcivescovo aveva concesso in beneficio personale a Gerardo Teutonico e Tommaso, figlio di Giovanni Ferrario.

documento

(II.19) Laterano 1200, 4 ottobre, IV indizione

Innocenzo III ingiunge scomunica contro tutti coloro che ardissero turbare la chiesa di Santa Maria Nova di Monreale o i suoi beni, volendola favorire quale figlia speciale della Santa Sede e principale fra le chiese del regno.

documento

(II.20) Roma – San Pietro 1198, 27 aprile, I indizione

Innocenzo III concede, approva e conferma, facendone menzione particolare, i privilegi e le concessioni precedentemente concessi alla chiesa di Santa Maria Nova dai suoi predecessori Alessandro III, Lucio III e Clemente III; reitera inoltre la sottomissione alla diocesi di Monreale della chiesa di Siracusa e del monastero di Maniace.

documento

(II.21) Laterano 1221, 4 novembre, X indizione

Onorio III approva e conferma la donazione alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale di case, possedimenti ed altri beni concessegli da Matteo, notaio di Brindisi.

documento

(II.22) Viterbo 1268, 17 settembre, XII indizione

Clemente IV concede all’arcivescovo di Monreale Trasmondo, la facoltà di portare il vessillo con la croce visitando la propria diocesi.

documento

(III.1) 1177, aprile, X indizione

Teobaldo, abate e vescovo di Santa Maria Nova di Monreale, concede a Timoteo, abate di Santa Maria di Maniace, e ai suoi successori, le libere elezioni abbaziali, la possibilità di tenere crisma e olio santo, di essere ordinati da qualsiasi vescovo, di possedere cimitero e fonte battesimale.
In cambio, l’abbazia di Maniace dovrà versare annualmente a Monreale un censo di due libbre di cera e due d’incenso, e una volta l’anno fornire cibo per trenta uomini e orzo per le loro cavalcature quando l’abate di Monreale passerà per Maniace. Inoltre, l’abate di Maniace dovrà sempre presenziare alla festa della chiesa di Santa Maria Nova.

documento

(III.2) 1177, marzo, X indizione

Teobaldo, abate e vescovo di Santa Maria Nova di Monreale, concede alla regina Margherita le libere elezioni all’interno del monastero di Santa Maria di Maniace, iniziato ad edificare grazie alla sua devozione, e il possesso del fonte battesimale e del cimitero. Ordina inoltre che il monastero di Maniace paghi annualmente a Monreale due libbre di cera e due d’incenso, e che il suo abate presti giuramento d’obbedienza a Santa Maria Nova di Monreale, e vi si rechi annualmente alla festa della consacrazione della chiesa.

documento

(III.3) Messina 1174, 1 marzo, VII indizione

Nicola, arcivescovo di Messina, esenta l’abbazia di Santa Maria di Maniace, eretta dalla regina Margherita, da ogni obbedienza verso la sua diocesi, e ne cede la giurisdizione episcopale su di essa e su tutti i suoi possedimenti.

documento

(III.4) Agrigento 1170, ottobre, XII indizione

Bartolomeo, vescovo di Agrigento, concede alla chiesa di Santa Maria Nuova di Monreale le decime, e ogni diritto episcopale, che la sua diocesi deteneva sul castello di Battallario, le sue pertinenze e casali.

documento

(III.5) Messina 1178, maggio, XI indizione

Nicola, arcivescovo di Messina, concede a Timoteo, abate del monastero di Santa Maria di Maniace, e ai suoi successori, su istanza della regina Margherita, i diritti episcopali su tutte le chiese soggette al monastero nella diocesi di Messina, a condizione che l’arcivescovo riceva due pezzi di pane e due iustae di vino quando si rechi in visita all’abbazia. Concede inoltre a Maniace 26 chiese, ovvero:

a Maniace: San Paolo dell’Ospedale di Sciara, San Pietro di Misuraca, San Giovanni, San Nicola di Sciara, San Leone e tutte le chiese site in quel borgo, Santa Venere e tute le chiese site in quel casale, le chiese del casale del Corvo, le chiese di Rotolo;

San Giuliano di Roccella;

Santa Maria nelle Vigne;

San Giovanni in Oliviero;

San Leone;

San Michele;

San Nicolò di Alafico e Tortorici;

Santa Caterina;

a San Marco: la chiesa nuova di Santa Maria, San Marco;

a Militello: San Costantino, San Giovanni, San Nicolò, Santa Maria alla quale concede in perpetuo tutte le decime di Militello;

a San Filadelfo (oggi San Fratello): San Bartolomeo, San Teodoro, San Giacomo dell’Ospedale vicino al mare;

a Caronia: San Nicolò, Santa Maria;

a Messina: Sant’Agata del Faro.

 

Concede inoltre all’abbazia la possibilità di edificare chiese a Messina e Taormina, e nel loro territorio.

documento

(III.6) Mazara 1176, ottobre, X indizione

Tustan vescovo di Mazara, obbligato dal re Guglielmo II a rinunziare ai diritti episcopali della sua diocesi sulle terre di Iato e Calatrasi, ne dispone la cessione alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale.

documento

(III.7) Palermo 1180, gennaio, XIII indizione

Gualtiero, arcivescovo di Palermo, concede la parrocchia e la diocesi di Corleone a Santa Maria Nova di Monreale, annettendovi il monastero di Santa Maria Maddalena e altre chiese di Corleone, tra cui quella di San Silvestro.

documento

(III.8) Mazara 1182, marzo, XV indizione

Matteo, vescovo di Mazara, rinunzia in favore dell’abate Guglielmo di Monreale, ai diritti episcopali che la sua chiesa deteneva nei territori di Iato e Calatrasi.

documento

(III.9) Reggio 1182, novembre, I indizione

L’arcivescovo di Reggio Tommaso, concede alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale lo ius benedictionis e ogni diritto episcopale che la sua diocesi deteneva sul monastero di San Salvatore di Mertello e sul convento di monache di San Giovanni ex Ocaliva.

documento

(III.10) Brindisi 1185, giugno, III indizione

Pietro, arcivescovo di Brindisi, cede a Santa Maria Nova di Monreale ogni diritto vescovile e parrocchiale che la sua diocesi deteneva sulla chiesa del Santo Spirito di Brindisi e su quella di Sant’Angelo di Campo.

documento

(III.11) Palermo 1177, marzo, X indizione

Gualterio, arcivescovo di Palermo, dichiara a Teobaldo, vescovo ed abate di Monreale, che la chiesa di Santa Maria Nova è esente dalla sua giurisdizione; le devolve la parrocchia ed il monastero di Santa Maria Maddalena e la chiesa di San Silvestro, entrambe a Corleone,  dichiarando contestualmente di avere ricevuto in cambio dal re i castelli di Karkes e Brucato, appartenenti alla diocesi di Agrigento. Analogamente, in cambio delle decime della parrocchia di Corleone cedute a Santa Maria Nova, dichiara di aver ricevuto il casale di Badia, nel territorio di Palermo.

documento

(III.12) Bisignano 1182, aprile, XV indizione

Raynaldo, vescovo di Bisignano, rinunzia in favore dell’abate Guglielmo di Santa Maria Nova di Monreale, ai diritti giurisdizionali ed episcopali che la sua diocesi possedeva sul monastero di Santa Maria di Maccla e sulla Chiesa di San Nicola di Campo.

documento

(III.13) Agrigento 1182, ottobre, I indizione

Bartolomeo, vescovo di Agrigento, concede al monastero di Monreale le decime che la sua chiesa riscuoteva sul territorio di Corleone, il castello di Battallario e il casale di Bisaquino.

documento

(III.14) Palermo 1181, luglio, XV indizione

Roboan, vescovo di Anglona, rinuncia in favore di Monreale ai diritti episcopali posseduti dalla sua diocesi sul monastero basiliano di Sant’Elia in Monte Carbone, e sulle sue celle, obbedienze e possedimenti.

documento

(IV.1) Randazzo 1270, 3 ottobre, XIV indizione

Marino, un tempo priore di Santa Croce di Messina, assegna il possesso del monastero di Santa Maria di Maniace a Fra’ Guglielmo, un tempo priore di Santa Maria Latina di Messina, autorizzato dall’arcivescovo di Monreale Trasmondo, che conferma l’elezione ad abate di Maniace di Guglielmo.

documento

(IV.2) Palermo 1273, 2 luglio, I indizione

Carta divisa per alfabeto, nella quale vengono descritti i termini della lite insorta tra Gualtieri, priore della chiesa di Santa Maria Nova di Monreale, e Giovanni Gazzaro, sindaco dell’università di Corleone, relativa alle decime pattuite, e il successivo accordo tra le parti.

documento

(IV.3) Corleone 1280, 20 aprile, VIII indizione

I giudici Arnaldo e Manfredi di Gonardo, cittadini e procuratori di Corleone, promettono a Giovanni, arcivescovo di Monreale, cinquanta once d’oro, da versare all’arcivescovato per conto della loro università come decima annuale.

documento

(IV.4) Monreale 1280, 18 maggio, VIII indizione

I giudici Arnaldo e Manfredi di Gonardo, cittadini e procuratori di Corleone, promettono a Giovanni, arcivescovo di Monreale, cinquanta once d’oro, da versare all’arcivescovato per conto della loro università come decima annuale.

documento

(IV.5) Monreale 1306, 1 agosto, IV indizione

Simone di Calatafimi di Palermo, in presenza di Fra’ Giordano, procuratore dell’arcivescovo di Monreale Arnaldo, rinuncia ai diritti che deteneva sul casale di Racalmiro, sito nel territorio di Calatrasi, datogli in enfiteusi dall’arcivescovo Trasmondo.

documento

(IV.6) Palermo 1307, 9 agosto, V indizione

Simone di Calatafimi di Palermo rinuncia, rimettendolo alla chiesa di Monreale, ad un casale chiamato Picheni, la cui restituzione avverrà immediatamente dopo la sua morte.

documento

(IV.7) Palermo 1306, 9 novembre, V indizione

Ruggero di maestro Angelo, cavaliere di Palermo, rinuncia in presenza di Fra’ Giordano, monaco e procuratore di Monreale, al casale Cumeita e alla tenuta di Darkibire, nel territorio di Iato, concessigli dall’arcivescovo Benvenuto.

documento

(IV.8) Messina 1307, 11 giugno, V indizione

Fra’ Michele, primo abate del monastero di Santa Maria di Altofonte, riceve la benedizione dall’arcivescovo di Monreale Arnaldo, durante la messa solenne svoltasi nella Cappella Regia del Palazzo Reale di Messina, in presenza di re Federico III e della regina Eleonora.

documento

(IV.9) Roma – San Pietro 1295, 16 dicembre, IX indizione

Lettera di Bonifacio VIII, in cui si ordina l’unione del monastero di Santa Maria di Maniace, indebitamente occupato da Tancredi, vescovo di Neocastro, al monastero cistercense di Marmossolio, appartenente alla diocesi di Velletri.

documento

(IV.10) Randazzo 1303, 20 marzo, II indizione

Fra’ Francesco, un tempo abbate di Santa Maria di Maniace, nella diocesi di Messina, dimostra la falsità delle dichiarazioni di Tancredi, vescovo di Neocastro, con cui aveva ottenuto una lettera papale e con questa occupato illecitamente l’abbazia di Maniace.

documento

(IV.11) Marmossolio 1306, 27 ottobre, IV indizione

L’assemblea dei monaci del monastero di Marmossolio elegge l’abate Loffredo come procuratore e amministratore del monastero di Santa Maria di Maniace.

documento

(IV.12) Maniace 1306, 22 febbraio, V indizione

Loffredo, abate del monastero cistercense di Marmossolio, che allora fungeva anche da abbate di Maniace, riconoscendone la buona fede, restituisce il possesso del monastero di Santa Maria di Maniace a Iunta Falkii, familiare e nunzio dell’arcivescovo di Monreale Arnaldo.

documento

(IV.13) Palermo 1260, 21 febbraio, III indizione

Il casale Permenino e la tenuta di terre con torre, detta del notaio Simone, ubicata a Palermo in contrada Falkith Rusach (sic!), posseduti illecitamente dai fratelli Adenulfo e Guglielmo, figli di Matteo di Monreale di Palermo, vengono restituiti alla diocesi di Santa Maria Nova.

documento

(IV.14) Messina 1307, 1 giugno, V indizione

Arnaldo, arcivescovo di Monreale, rinnova a Gioacchino di Cappelliera, cittadino di Messina, la concessione di due vigne poste in territorio messinese, per cinquantacinque tarì d’oro, da pagare ogni anno alla sua chiesa il giorno della festa dell’assunzione della Beata Vergine.

documento

(IV.15) Pollicore 1269, 26 febbraio, XII indizione

Pannucio, archimandrita del monastero di Sant’Elia Carbone, della diocesi di Anglona, giura e promette solennemente, a nome suo e dei suoi successori, obbedienza a Trasmundo, arcivescovo di Monreale, e ai suoi successori, come soggetto alla sua diocesi.

documento

(IV.16) Casale Maccke 1279, 6 giugno, VII indizione

Nicodemo, archimandrita del monastero basiliano di Sant’Elia Carbone, nella diocesi di Anglona, giura, firma e promette solennemente, a nome suo e dei suoi successori, obbedienza a Giovanni, arcivescovo di Monreale, e ai suoi successori, in quanto soggetto a quella diocesi.

documento

(IV.17) Palermo 1306, 28 ottobre, V indizione

Federico III ordina agli ufficiali del Val di Mazara di prendere le difese della chiesa di Santa Maria Nova in relazione al casale Terrusio, illecitamente posseduto da Giovanni di Camerana, condannato a restituirlo alla diocesi di Monreale.

documento

(IV.18) Casale Terrusio 1306, 30 ottobre, V indizione

Il casale Terrusio viene restituito a Matteo di Gentile di Palermo, Fra’ Parisio di Catania e Fra’ Nicolò di Randazzo, monaci e procuratori di Monreale, a seguito della sentenza contro Giovanni di Camerana, allora detentore del predetto.

documento

(IV.19) Misilcurti 1305, novembe, IV indizione

I casali di Bisaquino e Misilcurti e il castello di Battallario, vengono restituiti alla chiesa di Monreale, a seguito della sentenza contro i fratelli Oberto e Giovanni di Camerana, che detenevano illecitamente questi possedimenti.

documento

(IV.20) Palermo 1308, 22 ottobre, VII indizione

Il casale Misilcurti e alcune pertinenze del casale Terrusio, tenuti abusivamente da Giovanni di Camerana, vengono restituiti alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale.

documento

(IV.21) Palermo 1260, 21 febbraio, III indizione

Il giudice Ruggero de Planisio e il notaio Simone di Guardia, regii reintegratori di feudi per conto di re Manfredi, avendo indagato sui beni male alienati della chiesa di Monreale, ed avendo scoperto che il casale di Permenino e la tenuta di terre con torre, detta del notaio Simone, sita in territorio palermitano, in contrada Alchatursaci, erano illecitamente posseduti dai fratelli Adenulfo e Guglielmo di Monreale, ne ordinano la restituzione alla chiesa di Santa Maria Nova, descrivendone i confini.

documento

(IV.22) Monreale 1259, 1 maggio, II indizione

Rinaldo di Esculo, cittadino di Palermo, dichiara di aver ricevuto in locazione perpetua dall’arcivescovo di Monreale Benvenuto, col consenso del suo capitolo, un casalino interamente diruto, sito a Palermo fuori dal Cassaro, in contrada Deysinni, nella via che gli arabi chiamano Sebagillarath, vicino all’abitazione di Guglielmo di Cotrona e al cimitero di San Nicolò dell’Albergheria. In cambio egli deve all’arcivescovato di Monreale un censo annuo di tre tarì d’oro, da versare il giorno della festa dell’Assunzione della Beata Vergine: se tale censo non sarà corrisposto per due anni consecutivi, l’arcivescovo sarà autorizzato a farsi restituire il casalino, con gli eventuali miglioramenti in esso effettuati.

documento

(IV.23) Santo Ciriaco in Monte Aureo 1305, XIII kalende di marzo

Clemente V, rispondendo alla petizione di Arnaldo di Rassach, ne appoggia l’elezione ad arcivescovo di Monreale e lo assolve da qualunque scomunica o sentenza contro di lui, al fine di favorirne il governo, che era stato diffamato.

documento

(IV.24) Palermo 1375, 9 febbraio, XIII indizione

Palma, vedova del nobile Berengarino Visperdines de Podio, di Palermo, conferma il proprio legato testamentario in favore di Santa Maria Nova di Monreale. I beni donati all’arcivescovato sono: una casa nuova grande, edificata nel quartiere Kalsa di Palermo, nei pressi di Porta Polizzi, a condizione che essa non sarà venduta, alienata o concessa in enfiteusi; una casa vecchia sita nei pressi della prima, permettendone l’eventuale alienazione.

documento

(IV.25) 1374

Guglielmo, arcivescovo di Monreale, permuta con Giovanni Cannata di Alcamo una casa solerata che l’arcivescovado possedeva a Corleone, in contrada San Marone, e una piccola vigna, ricevendo in cambio una casa plana sita ad Alcamo, davanti alla chiesa maggiore.

documento

(IV.26) In castris prope Monduriam 1443, 10 settembre, VII indizione

Alfonso V di Aragona conferma tutti i privilegi della chiesa di Monreale e concede all’arcivescovo Giovanni Ventimiglia, suo consigliere, la cittadinanza di Palermo.

documento

(IV.27) Palermo 1462, 13 settembre, (XI indizione)

Il vicerè Giovanni Moncada conferma all’arcivescovo di Monreale Ausias de Spuig, il titolo di giustiziere nei territori della sua diocesi, la facoltà di istruire processi civili e criminali e di fondare una sede del proprio tribunale in ogni luogo soggetto alla sua giurisdizione.
Ordina inoltre agli ufficiali del territorio di San Marco di scarcerare immediatamente Giordano di Vicenza, familiare del vicario dell’arcivescovo in quella terra; e ingiunge che si istruisca un processo contro il presbitero Pietro Gambino di Tortorici, un tempo procuratore presso il monastero di San Salvatore, accusato di avere alienato, venduto e dilapidato i beni a lui affidati in quel territorio per circa ventisette anni.

documento

(IV.28) Saragozza 1464, 4 dicembre

Il re Giovanni d’Aragona ordina a tutti i funzionari regi di rispettare e difendere i diritti della chiesa di Monreale, che egli dichiara sotto la sua speciale protezione.

documento

 

Scarica il file in versione pdf

Elenchi dei documenti

Riscontro sinottico tra originali e copie