Bitectum

Varianti

/

Identificazione

Bitetto.

Ubicazione

Comune di Bitetto, Ba.

Notizie

La cattedrale di Bitetto

In molti hanno sostenuto che Bitetto fu antica colonia greca, menzionata da Plinio col nome di Hetium e collocata dallo storico tra Bitonto, Palo, Polignano e Grumo. Il nome deriverebbe allora da beth (capanna, paese) e hetium (arido, asciutto).

Tuttavia, da una pergamena del Codice Diplomatico Barese dell’anno 959 d.C., si ha notizia dell’esistenza di tre cappelle "in loco di Bitetto o Vitecte", dedicate rispettivamente a Santa Maria, San Michele Arcangelo e San Tommaso. Il toponimo Vitecte sarebbe quindi assimilabile a vinetum (vigneto).

La città di Bitetto viene concessa da Guglielmo II a Santa Maria Nova di Monreale con il privilegio di fondazione del 15 agosto 1176.

 

La concessione viene approvata da Lucio III, Clemente III, Innocenzo III.

Lucio III:

documenti II.3, II.4

Clemente III:

documento II.13

Innocenzo III:

documento II.20

 

 

 

 

 

 

Nel gennaio del 1195 Enrico VI, intervenendo sulla questione dei territori pugliesi, citava il mandato regio col quale, nel giugno dello stesso anno, i giustizieri della Terra di Bari avevano ricevuto l’incarico di curare la presa del possesso da parte della chiesa di Monreale del gruppo di terre che le erano state usurpate in Puglia.

 

Nel documento, non trascritto nel cartulario ed emanato a Bitonto il 15 luglio del 1195 (ind. XIII) si legge:

“Giovanni di Monteforte giustiziere della terra di Bari, con l’assistenza di alcuni giudici di Bitonto e Bitetto, per ordine dell’imperatrice Costanza, sentiti i testimoni ed esaminati i documenti, rimette la chiesa di Monreale in possesso dei beni usurpatile nel territorio di Grumo”.

L'anno successivo, a seguito di una controversia sorta tra l’arcivescovo di Monreale Caro e Conrado di Monte Fusculo, signore di Grumi, per il possesso della tenuta di Bitetto, l’imperatrice Costanza, aggiudicava il dominio della predetta terra alla chiesa di Santa Maria Nova.

 

Ma i territori pugliesi che la regina Costanza consegnava a Monreale - compresa quindi Bitonto - furono definitivamente perduti dopo il 1378  a causa della separazione della Sicilia dal Regno di Napoli. Dopo lo scisma, Urbano VI mantenne la Sicilia nella propria obbedienza per mezzo di un rapporto privilegiato con i quattro vicari e del riconoscimento delle loro funzioni e dei loro poteri. Fu pure deposto, perché scismatico, l’arcivescovo di Monreale – un catalano – e sostituito da Urbano con il francescano romano Paolo Lapi. A lui non andarono i redditi pugliesi della diocesi (150 fiorini l’anno, la città di Bitetto e i possedimenti a Brindisi, Monopoli e Bitonto) che l’arcivescovo Guglielmo aveva ceduto temporaneamente al cancelliere del Regno di Napoli Nicolò Spinelli e che Clemente VII confermò allo stesso in enfiteusi perpetua ed ereditaria, in considerazione della parte avuta dallo Spinelli nella propria elezione.

 

  • Fodale S. , I vescovi in Sicilia durante lo scisma d’Occidente, in Vescovi e diocesi in Italia dal XIV alla metà del XVI secolo. Atti del VII Convegno di studi della Chiesa in Italia (Brescia, 21-25 settembre 1987), a cura di G. De Sandre Gasparini, A. Rigon, F. Trolese, G.M. Varanini, 2 voll., Roma 1990, pp. 1061-1097:1063.
  • Garufi C. A., Catalogo illustrato del Tabulario di Santa Maria Nuova in Monreale, in Documenti per servire alla Storia di Sicilia pubblicati a cura della Società Siciliana per la Storia Patria, XIX, Palermo 1902, doc. 66, p. 33.
Sulla questione di Grumo:
  •  Caravale M., Le istituzioni del Regno di Sicilia fra l’età normanna e l’età sveva, in Clio, 23 (1987), pp. 373-423:387.
  • Kölzer T., La reggenza di Costanza nello specchio dei suoi diplomi, in Atti nell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, s. V, 6 (1981-82), Parte Seconda: Lettere, pp. 85-107.