Sanctae Mariae de Maccla, ecclesia

Il monastero basiliano, non più esistente, era ubicato in Calabria, nei pressi di Acri. E' citato come feudo di Gualtiero Gentile prima e di Malgerino de Marchia poi nel Catalogus Baronum.

La chiesa confluiva tra i possessi di S. Maria Nova col privilegio di fondazione del 1176, nonostante una lunga tradizione di autonomia e prosperità, confermata da due documenti trascritti nel Liber Privilegiorum.

Si tratta dei documenti più antichi trascritti nel cartulario, datati rispettivamente maggio 1115 (VIII indizione) e 3 novembre 1144 (VIII indizione).

documento I.21

documento I.22

Nel primo il duca Guglielmo conferma al monastero di Maccla e al suo abate Stefano le concessioni effettuate dai suoi predecessori, ed in particolare la donazione di un mulino detto “de Cefalino” e di terre “de calcariis”, di cui vengono descritti i confini.

Nel secondo diploma Ruggero II, su richiesta di Urso ministro di Santa Maria di Maccla, che gli aveva presentato quattro documenti relativi ai possedimenti della sua chiesa, conferma i privilegi e i villani ad essa spettanti.

I documenti presentati al re e suntati all’interno del diploma sono:

1. privilegio del duca Guglielmo, nipote di Ruggero;
2. privilegio greco datato novembre 6600, con cui Roberto il Guiscardo concede alla chiesa di Santa Maria di Maccla vigne e terre;
3. privilegio greco del mese di maggio ma senza il millesimo, con cui Roberto il Guiscardo concede vigne, terre ed animali;
4. privilegio latino datato settembre 1119, con cui Goffredo Malliardo concede e conferma a Santa Maria di Maccla la chiesa di S. Nicola del Campo, dotata di 16 villani di cui vengono trascritti i nomi, e 9 villani appartenenti al casale di Maccke.

 

 

 

Nell’aprile del 1182 il vescovo di Bisignano rinunzierà anche ai diritti sul monastero di S. Maria di Maccla e sulla chiesa di S. Nicola di Campo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Catalogus baronum, a cura di E. Jamison, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo 1972 (Fonti per la storia d’Italia, 101), p. 278 e 281.

Sul monastero basiliano, cfr.

  • Minuto D., I monasteri greci tra Reggio e Scilla, Reggio Calabria, Laruffa 1998, p. 92.

Notizie successive su Macchia si trovano nei Registri della Cancelleria Angioina: nel registro X, al n. 19  ad esempio, si legge: «Primo Jannuarii 1270 apud Neapolium. Concessa est Matheo de Agello de Salerno ed heredibus suis etc – terra Maccle prope Iserniam pro unciis XXX. Qui Matheus mortus est, dimesso filio suo »,

  • I Registri della Cancelleria Angioina,50 voll., ricostruiti da R. Filangeri con la collaborazione degli archivisti napoletani, Napoli, Arte tipografica Editrice 1950, v. III, X, n. 19.