Gaytus Martinus

Il Gayto Martino fu uno degli esponenti più attivi del ricco “partito degli eunuchi”, che in epoca normanna gestivano l’amministrazione finanziaria. Le fonti letterarie lo hanno dipinto come un personaggio indubbiamente ambiguo che, approfittando del favore di Guglielmo I, il quale gli aveva affidato l’amministrazione del Palazzo e della città di Palermo, aveva incoraggiato la presentazione di accuse e delazioni contro i cristiani allo scopo di vendicarsi della morte del fratello, ucciso durante precedenti tumulti.

Ugo Falcando, in un celebre passo del suo Liber de Regno Siciliae, evidenziava con abbondanza di particolari la fredda crudeltà dell’eunuco Martino, la sua sete indiscriminata di vendetta, l’ipocrisia nella scelta delle giustificazioni:

Nam gaytus Martinus eunuchus, quem rex ad custodiam civitatis ac palacii Panormi reliquerat, cum in captione palacii fratrem suum a Christianis sciret occisum, nec eius facti certos repperisset auctores, in omnes Christianos atrociter occulteque deseviens, fratris mortem omnibus imputabat,

p. 79, rr. 3-8.

Tuttavia l’eunuco sembra aver dato prova di fedeltà al sovrano quando

“un manipolo di prigionieri armato riuscì ad evadere dalle carceri del palazzo e, approfittando dell’assenza di guardie, si mise alla ricerca del re e della sua famiglia con le armi in pugno. Martino e i suoi fecero dapprima da baluardo all’impeto dei supravvenuti (…). Mentre ancora si combatteva, Martino riusciva intando a serrare le porte e a rinchiudersi nel palazzo, salvando così la vita del sovrano, mentre altri provvedevano all’eliminazione degli assalitori”,

p. 85, rr. 14-18.

Nel 1176 l'abbazia di Monreale riceveva in donazione un edificio con giardino sito a Palermo, presso il  Kemonia, precedentemente appartenuto al camerario regio Martino.

documento I.1

 

 

Sugli esponenti dell’amministrazione normanna cfr.

Per una interpretazione delle rivolte, cfr.

  • Tramontana S., La monarchia normanna e sveva, Torino 1986, p. 626-627.