Gregorio da Catino e il Regestum Farfense
Gregorio da Catino (1060 - 1115 ca.), figlio di Dono e Teodoranda, signori di Catino, condusse studi classici, teologici e storici e riordinò l'immenso patrimonio cartaceo del monastero farfense.
Pare che, a causa di una temporanea cecità - la "caligo oculorum" come egli stesso la definì - giunto quasi al termine del lavoro, si fece coadiuvare nella trascrizione dal benedettino farfense, il nipote Todino. Todino, sebbene guidato dallo zio, non sempre mantenne la corrispondenza al suo dettato, aggiungendo parti non correlate alfabeticamente - che comprendono la storia di Farfa dal 460 al 520 - e con una grafia non comparabile a quella di Gregorio.
Opere successive sono il Chronicon (1099-1125), il Liber largitorum (1105 ca.) e il Liber floriger Chartarum Cenobii Farfensis (1131-32), che è un repertorio di chiese, fondi, locatari e donatori ordinato alfabeticamente e con continui richiami al regesto.
L’edizione della cronaca è abbastanza datata, cfr.
Sulla documentazione farfense v. anche:
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