Statuti
La fioritura della statuitaria in Italia si ha – com’è noto – a partire dalla seconda metà del Duecento-inizi Trecento, fondendo in un solo corpo le consuetudines, i brevia e le deliberationes dei consigli cittadini.
Tra i fattori che interagirono alla creazione di questa forma documentaria, vanno annoverati il peso sempre crescente assunto in contesto comunale dalle figure dei giudici, dei notai e dei giuristi e l’influenza delle dottrine universitarie. |
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Dopo l’exploit iniziale, l’altra grande stagione statutaria si colloca tra la seconda metà del XV e il secolo successivo.
Per una bibliografia aggiornata sull’argomento v.
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Bibliografia delle edizioni di statuti toscani (secoli XII-metà XVI), a cura di
L. Raveggi e
L. Tanzini, con una presentazione di
A. Zorzi, Firenze, L. S. Olschki 2001 (Deputazione di storia patria per la Toscana. Documenti di storia italiana, s. II, 9); disponibile in formato digitale in Fonti normative della Toscana tardo medievale. Collana digitale di studi e di edizioni
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Nico Ottaviani
M.G., Alcune riflessioni sulla statuizione tardomedievale, in Statuto di Cannara (secolo XVI), 3 voll., Perugia, Deputazione di storia patria per l’Umbria, Cannara, Pro loco 2001 (Statuti comunali dell’Umbria, 1), I, pp. 11-34.
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Sul sito del Senato della Repubblica Italiana è inoltre possibile consultare una raccolta di oltre centocinquanta statuti -manoscritti e a stampa- di comuni, corporazioni, confraternite e associazioni, scelti tra i più significativi della Raccolta della Biblioteca del Senato per importanza del contenuto, per rarità, per ricchezza dell’ornamentazione o per eleganza dell’edizione: si tratta del Catalogo della raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei comuni, delle associazioni e degli enti locali italiani dal Medioevo alla fine del secolo XVIII
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