Le Pandette di Palermo

Il testo più antico della raccolta contiene un quaternus peticionum degli anni 1320-1321 prodotto dalla curia baiulare, poi pretoriana, e un quaderno di gabelle anteriori al 1312 per le cause civili in prima istanza.

Il manoscritto cartaceo, mutilo e lacunoso con numerazione moderna, dal f. 15 al 19 contiene un elenco col titolo: «Iura debita subscriptis Ecclesiis et monasteris per Regiam Curiam annuatim».

È conservato presso la Biblioteca Comunale di Palermo, ed è stato edito da per la prima volta da F. Pollaci Nuccio in appendice al primo volume degli Atti della città di Palermo dal 1311 al 1410, Palermo, stab. tipografico Virzì 1892.

La curiosa circostanza per cui un codice municipale di gabelle contenesse in appendice l’elenco di tasse (iura) dovute a chiese di regio patronato, è stata spiegata dal La Mantia:

è evidente perciò che il quaderno della pandetta aveva riferito alla notizia dei diritti che su le gabelle regie, in essa stabilite, vi avevano la chiesa arcivescovile e la cappella palatina di palermo. Deve credersi altresì che fin dall’origine il quaderno fosse stato formato per comodo di quei prelati nell’esazione e non per uso della secrezia (…).

 

 

  • Acta curie felicis urbis Panormi, 5. Registri di lettere ed atti (1328-1333), a cura di P. Corrao, cit.

  • La Mantia V., La Pandetta sveva di gabelle regie di Palermo, riconosciuta e descritta, e sua derivazione normanna, in Archivio Storico per la Sicilia, 1 (1935), pp. 1-28:4

 

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Libri iurium, Libri di privilegi ecclesiastici, Scritture e potere