I privilegi di confirmatio bonorum
I privilegi di confirmatio bonorum sono presenti più o meno in tutti i principali cartulari monastici dell’Italia centro-meridionale, emessi per gli enti ecclesiastici da imperatori e pontefici allo scopo di certificare lo status giuridico nei confronti dei poteri temporali e spirituali e documentare la continuità nel tempo del patrimonio e dei diritti dell’ente. Questo particolare tipo di documenti, sebbene largamente attestato dalla tradizione dei libri privilegiorum italiani, ha goduto forse di minore considerazione nell’ambito delle ricerche sulla storia patrimoniale delle fondazioni monastiche. I documenti di confirmatio, spesso richiesti dagli stessi enti ecclesiastici, rivestono invece una certa importanza per la storia degli enti ecclesiastici, pur ponendo maggiori problemi esegetici all’interno dei corpora documentari cui appartengono in virtù dei molteplici e complessi piani di lettura cui si prestano: primo fra tutti, quello squisitamente diplomatistico, relativo all’accertamento del livello di autenticità del singolo documento, nel suo complesso e nelle sue singole parti. In questa tipologia documentaria è possibile inoltre rintracciare un topos particolarmente diffuso all’interno del tessuto archivistico degli enti ecclesiastici, ovvero l’inserimento entro il discorso documentario di insistiti e perspicui riferimenti a documenti prodotti in tempi passati. La presenza di atti regi e papali che confermano lo stato degli enti mediante il richiamo ai documenti che li hanno preceduti indica infatti che la serialità dei diplomi e il loro concatenarsi in una linea ininterrotta di tradizione legittimante rappresenta una funzione rilevante per istituzioni, come è il caso di Monreale, che fanno della continuità un elemento primario della propria posizione ideologica.
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