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La città di Kalat-al-Fimi (Castello di Eufemio) sorge in età araba, attorno alla roccaforte bizantina; nel 1239 è tra i castra exempta di Federico II. Nel 1271 è concessa in feudo da Carlo I d’Angiò a Guglielmo Porcelet e, alla fine del XIII, a Guglielmo Calcerand de Cartellà, per poi passare nel 1340 a Guglielmo Peralta e divenire nel 1407 baronia di Jaime de Prades.
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Resti del castello di Calatafimi
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Nell’area del castello di Calatafimi - oggetto di ricerche intensive – sono stati rinvenuti materiali risalenti al X-XI secolo ed è testimoniata una continuità di vita sostanzialmente fino ai giorni nostri. L’occupazione da parte dei normanni del centro egemone del distretto islamico dovette determinare la nascita, in contrapposizione a Calatafimi, del nuovo centro di altura di Segesta/Calatabarbaro in un sito abbandonato da molti secoli. Alla fine dell’XI secolo sembrerebbe essere stato abbandonato il sito aperto di contrada Arcauso e non essere stato fondato alcun nuovo casale. Le strutture castrali ancora visibili risalgono, come primo impianto, alla prima metà del XIV secolo, ma indubbiamente obliterano strutture precedenti: non è tuttavia possibile stabilire con precisione quando a Calatafimi sia stato costruito il castello. |
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Aprosio M., Cambi F., Molinari A., Il territorio di Segesta tra la tarda antichità ed i secoli centrali del Medioevo, in I Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, a cura di
S. Gelichi, Firenze 2001, p. 1ss..
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Bresc H., Bresc G., Ségéstes médiévales: Calathamet, Calatabarbaro, Calatafimi, in Mélanges de l’Ecole Française de Rome. Moyen Age- Temps Modernes, 89 (1977), pp. 341-370.
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Mazara N., Le opere di antichità e di arte di Calatafimi, toponomastica e canti popolari, Alcamo 1981.
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Molinari A., Segesta. Il castello e la moschea (scavi 1989-1995), Palermo 1997, pp. 33-44.
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