Tommaso Fazello (Sciacca, 1498 – Palermo, 1570).
Il titolo dell'opera è indicativo della sua stessa struttura: la prima decade infatti, ha carattere geografico e descrittivo, mentre la seconda affronta la descrizione della Sicilia in prospettiva storica. Pur venato da sfumature bibliche e non privo di numerose sviste, il racconto itinerante del Fazello ha la validità di una inchiesta condotta in prima persona. Nella prefazione del suo lavoro lo storico scriveva infatti che il suo intento principale era stato quello di riportare alla luce della memoria “molte castella e città grandissime sepolte con l’aratro sotto rovine e sotto il disfacimento delle fabbriche”: località scomparse non solo per l’inesorabile trascorrere dei secoli, ma anche e soprattutto, sottolineava Fazello perché coperte dai “folti cespugli che erano degli occhi e degli animi de’ nostri tempi”. A questo scopo, a dorso di mulo, Fazello percorse l'isola, riscoprendo numerosi siti archeologici, tra cui l'antica Selinunte e Camarina.
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