Teofilo de Franco

Le notizie su questo monaco-copista sono piuttosto esigue: Carlo Alberto Garufi, che presso l’Archivio Provinciale di Catania aveva rinvenuto numerosi volumi di conti da lui scritti e cinque tomi di trascrizioni documentarie, sostenne che nel 1527 dovesse trovarsi a Monreale e nel maggio di quello stesso anno si fosse recato invece a Corleone.

Nel 1537, come cellario, compilò alcuni atti in favore del monastero di Santa Maria Nuova e pare che dal 1538 al 1549 fosse rimasto presso il convento di San Nicola dell’Arena in Catania. Comparve poi nuovamente a Monreale nel 1551, intento a scrivere il Liber Pandectarum, per cui Garufi ipotizzò che lavorasse «previo pagamento».