Matteo Ajello Matteo da Salerno (Salerno, ... – Palermo, 21 luglio 1193), funzionario alla corte normanna del Regno di Sicilia. Il nome Ajello è dovuto al fatto che il figlio maggiore di Matteo, Riccardo, ricevette la contea di Ajello da re Tancredi di Sicilia.
Inviso alla nobiltà normanna, che lo accusava di usurpare il governo del regno, quest'ultimo cadde - nel 1156 - vittima di una congiura capeggiata da Matteo Bonetto; l'Ajello riuscì invece a sfuggire all'agguato e in seguito, richiamato a corte da Guglielmo I, che gli affidava l'incarico di compilare il Catalogus Baronum. Nel 1166 il funzionario viene nominato magister notarius.
Firma di Matteo come magister notarius del 1157 Alla morte di Guglielmo I, secondo le ultime volontà di quest'ultimo, Matteo entrava a far parte del consiglio che doveva affiancare la regina Margherita nella conduzione del regno, in attesa che il giovane Guglielmo II divenisse maggiorenne. Arrestato da Stefano di Perche, cugino della regina e cancelliere del regno, riuscì comunque - dal carcere - ad organizzare una sommossa popolare, che costrinse lo stesso Stefano a lasciare la Sicilia nel 1168. Dopo l'evento, il consiglio regio fu composto da dieci familiares - tra cui lo stesso Ajello, Riccardo Palmer e Gualtiero Offamilio, eletto arcivescovo di Palermo: la triade fu definita dal cronista Riccardo di San Germano "le più solide colonne del Regno". Dal dicembre 1169 Matteo compare nei documenti come vicecancelliere.
Firma di Matteo come vicecancelliere del 1182 Nonostante i contrasti e l'avversione che il cancelliere suscitava nei suoi detrattori, durante il governo di Guglielmo II Matteo visse - nei limiti del possibile - tranquillamente. Alla morte di Guglielmo si schierò contro Enrico VI in favore di Tancredi di Lecce, che lo elesse cancelliere. La sua salute era però precaria: malato di gotta, morì nel 1193.
|
||