Federico II

«La personalità di Federico II grandeggia a tal punto sullo sfondo della storia siciliana, italiana e mediterranea, della prima metà del XIII secolo, che ben difficilmente la storiografia ha saputo sfuggirne il fascino evitando, nel delineare a fortissimo rilievo il profilo di una vita e di una vicenda eccezionali, di lasciare nell’ombra la concreta realtà nella quale e sulla quale Federico si trovò a vivere e ad agire»,

F. Maurici, L’emirato sulle montagne. Note per una storia della resistenza musulmana in Sicilia nelletà di Federico II di Svevia, Palermo, Centro di documentazione e ricerca per la Sicilia antica Paolo Orsi 1987, p. 25.

Non a caso, gli studi sulla poliedrica personalità di Federico II - un sovrano che agli impegni politici mescolò la passione per la caccia, la filologia, l’attrazione per alcuni aspetti dell’estetica islamica - non hanno ancora esaurito la loro materia.

Celebrato dai seguaci come il principe della pace, il messia; condannato dai suoi antagonisti con gli epiteti di epicureo, ateo, tiranno, anticristo, su pochi personaggi del Medioevo i giudizi sono stati così contrastanti come sull’Imperatore svevo. Anche la moderna storiografia si è equamente divisa tra gli ammiratori – Burckhardt («il primo uomo moderno sul trono», Nietzsche («il superuomo»), Kampers («il battistrada del Rinascimento»), Kantorowicz che con la sua biografia del 1927 ha ampiamente contribuito alla mitizzazione dell’Imperatore – e detrattori: si pensi all’americano Van Cleve, che nella sua biografia del 1972 lo definì «immutator mundi», cioè un conservatore, o ad Abulafia, che ne ridimensionò la figura a «normale imperatore medievale».

Più recentemente, il giudizio critico di Houben, ha contribuito a ristabilire una posizione mediana: nelle parole dello storico infatti, alla radicalità nuova con cui l’Imperatore condusse lo scontro col Papato e alle forme di religiosità atipica per la sua epoca, fa da contrappunto il fatto che

«l’affermazione dell’autorità regia, l’utilizzazione del diritto romano, la creazione di un apparato burocratico e fiscale non sono eccezionali ma sono comuni a tutte le monarchie europee del secolo XIII. Federico II aveva una concezione politica tradizionale tesa a ristabilire l’ordine nel Regno e nell’Impero, cioè a riaffermare l’autorità regia e imperiale richiamandosi esplicitamente alla situazione dei suoi predecessori, Federico I Barbarossa nel regno germanico e nell’Impero, Guglielmo II nel regno di Sicilia»,

H. Houben, Il Medioevo di Federico II nel contesto euromediterraneo. Relazione tenuta al Convegno di Galatone (1 dicembre 2001), distribuita in formato digitale da Reti Medievali.

 

La cancelleria federiciana svolse un ruolo di primaria importanza nella determinazione dello stile da utilizzare nei rapporti tra gli stati, fornendo un modello a tutte le cancellerie dell'epoca coeva e successiva. Avvalendosi dell’esperienza di Pier delle Vigne, la cancelleria imperiale divenne, infatti, una fiorente scuola di formule stilistiche e di retorica epistolare: non a caso le epistole attribuite al protonotario e logoteta di Federico II, sono giunte fino a noi comprese in circa 125 raccolte ordinate sistematicamente e in circa 30 messe insieme in maniera non sistematica; a queste sono da aggiungere 15 frammenti e 12 florilegi che facevano parte di raccolte ordinate.

Cinquanta altri manoscritti, all'incirca, sono andati dispersi o distrutti in epoca moderna, cfr.

  • H.M. Schaller, Zur Entstehung der sogenannten Briefsammlung des Petrus de Vinea, in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 12 (1956), pp. 114-59, e dello stesso autore, L’epistolario di Pier della Vigna, in Politica e cultura nell’Italia di Federico II, a cura di S. Gensini, Pisa, Pacini 1986 (Collana di studi e ricerche, 1) , pp. 95-111.

Documenti di Federico II contenuti nel liber:

 

 

 

 

 

 

  • Dupre Theseider E., La politica italiana di Alfonso d'Aragona, Bologna, Riccardo Patron 1956.

  • Gentile P., Lo stato napoletano sotto Alfonso I d'Aragona, Napoli, Industrie Tipografiche Editoriali Assimilate 1938.

  • Igual Ubeda A., Iconografia de Alfonso el Magnanimo, Madrid, Servicio de estudios artisticos 1950.

  • Ryder A., Alfonso the Magnanimous: king of Aragon, Naples and Sicily (1396-1458), Oxford,  Clarendon Press  1990.

  • Scalfati S., La produzione della cancelleria di Federico II: i documenti del periodo siciliano e il registro del 1239-40, in Schede Medievali, 41 (2003), pp. 149-161.
  • Soria Ortega A., Los humanistas de la corte de Alfonso el Magnanimo, Granada, Universidad de Granada 1956.