Caro

Eletto abate ed arcivescovo di Monreale nel 1189, ebbe in concessione da Innocenzo III - il 5 luglio del 1198 - lo speciale privilegio, esteso a tre anni, che gli concedeva la facoltà di assolvere nella propria diocesi tutti coloro che fossero incorsi nella scomunica riservata dal Papa per aver percosso chierici.

Nello stesso anno Innocenzo III gli ordinava di non alienare le possessioni della sua mensa e del capitolo, comandandogli di non concedere a nessuno possedimenti, casali o chiese, e revocare agli usi di prima le chiese di San Clemente e del San Sepolcro di Messina, che lo stesso arcivescovo aveva concesso in beneficio personale a Gerardo Teutonico e Tommaso, figlio di Giovanni Ferrario.

 

Caro, fu l’unico e solo eletto consenzientemente dai monaci sia abbate che arcivescovo di Monreale (1189).

Il fatto non si ripetè mai più e alla sua morte la chiesa di Monreale fu secolarizzata in capite, sebbene continuò ad essere ufficiata dai monaci; nessun altro benedettino fu arcivescovo di Monreale sino al 1816.

Sembra inoltre che Caro fosse politicamente allineato con Innocenzo III, tanto che lo si ritrova presente al Concilio Lateranense del 1215 e che il Papa non esitò a prendere le sue difese nei confronti di alcuni monaci, che lo osteggiavano spingendosi a strappargli - se pure temporaneamente - i castelli di Iato e Calatrasi e a profanare la tomba dell’arcivescovo Guglielmo, suo predecessore.

Fece promuovere al Vescovato di Siracusa il monrealese Bartolino Gasch e lo consacrò egli stesso nel 1216. Alla sua morte, avvenuta il 3 agosto tra il 1223 e il 1233, i monaci elessero ad abate ed arcivescovo un monaco Montecassino: ma Gregorio IX , dichiarò nulla questa elezione perché contro i canoni, e ne riserbò la provvisione alla Santa Sede.

  • Lello G.L., Historia della Chiesa di Monreale, rist. an. dell'ed. del 1596, Bologna 1967, sez. Vitae, p. 11.

  • Schirò G., Monreale. Territorio, popolo, prelati dai Normanni a oggi, Palermo, Augustinus 1984, p. 18.