Giovanni e Oberto Camerana
I fratelli Oberto e Giovanni di Camerana, furono due esponenti di quella famiglia di origine lombarda abbastanza nota alla storiografia siciliana per le sue presunte implicazioni nella fondazione dell’universitas di Corleone. Sembra che lo stanziamento dei lombardi a Corleone, che sostituivano così i musulmani a seguito delle repressioni compiute da Federico II, sia avvenuta gradualmente e con una certa continuità nel corso del XIII secolo:
La famiglia mantenne comunque una posizione di rilievo anche sotto gli Angioini e fino alla vigilia del Vespro, quando un Bonifacio Camarana veniva investito dell’ufficio di magister aratiarum et marescallarum e nel 1282 fu nominato giustiziere del Val di Noto. Lo stesso Bonifacio nel maggio del 1298 esercitava le funzioni di vice-giustiziere nel Val di Mazara e proprio nello stesso periodo la documentazione regia ed ecclesiastica inizia ad attestare l’azione, nella zona controllata da Monreale, dei fratelli Oberto e Giovanni. Nello stesso anno Giovanni Camarana risultava proprietario di un giardino «extra portam Sancti Georgii» a Palermo, di un terreno fuori porta Carini, di una bottega presso la Porta Patitellorum e di un hospicium sito nel Cassaro. È evidente come in pochi anni la famiglia dei Camerana, da una presenza molto limitata nel territorio della chiesa di Monreale fosse passata all’occupazione e alla detenzione forzata di beni mobili e immobili appartenenti a Santa Maria Nuova, forte dell’appoggio della monarchia aragonese: il Giovanni Camarana segnalato come maggiordomo della regina Eleonora nell’agosto del 1306 e come custode del bosco di Partinico – cui doveva però rinunciare in favore della neonata abbazia di Santa Maria di Altofonte – continuava infatti a mantenere, nell’ambito della curia, una posizione di un rilievo politico, evidentemente consolidata dalle vicende belliche degli ultimi cinquant’anni di storia isolana.
Infatti, nel novembre del 1311 Giovanni, ora definito dominus, risultava proprietario di una casa a Corleone (cfr. Acte Curie felicis urbis Panormi. I, cit., doc. p. 27 del 27 novembre 1311, ind. X.); lo stesso Giovanni, «miles et regius capitaneus civitatis Messanae» è testimone di un documento dato a Messina il 31 ottobre 1313 (cfr. Regesti manoscritti del Tabulario del monastero di S. Maria di Malfinò, poi S. Barbara, a cura di I. Carini, n. 139 e D. Ciccarelli, Il Tabulario di Santa Maria di Malfinò, vol. II (1304-1337), Messina 1987 pp. 124-127); nel 1318 è «miles consiliarius et familiaris» di Federico III (cfr. Acta Curie felicis urbis Panormi. I, cit., p. 204). Quella dei Camerana è una famiglia longeva: un Guillelmus de Camerana, «iudex terrae Calatabellocte» risulta attivo nel 1348. Sulla famiglia Camarana v.
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