Bonifacio VIII
Una conferma potrebbe provenire, in tal senso, da una lettera con cui Niccolò IV, nel 1291, riferendosi al cardinal Benedetto Caetani usa il termine ad senium che, a quei tempi, stava ad indicare i sessantenni. La combinazione dei due documenti porta a concludere che Benedetto Caetani sia nato verso il 1230.
Dopo aver riportato la sede papale da Napoli a Roma, per sottrarre l'istituzione all'influenza di re Carlo II d'Angiò, Bonifacio iniziava il pontificato dichiarando nulle tutte le decisioni assunte dal suo predecessore Celestino V, che fece arrestare e rinchiudere nella rocca di Fumone, dove rimase fino alla morte. Eliminato un potenziale antipapa, si trovò ad affrontare immediatamente la controversia in corso tra angioini e aragonesi per il possesso della Sicilia, che si protraeva dal 1282: il 20 giugno del 1295, spinto dal Papa che parteggiava per l'angioino, Giacomo II sottoscriveva la Pace di Anagni, rinunciando ad ogni diritto sulla Sicilia in favore di Bonifacio, che a sua volta li trasferiva a Carlo d'Angiò. La ribellione della popolazione siciliana costrinse il Papa a rivedere le sue posizioni: sicchè il 25 marzo del 1296 si vedeva costretto a incoronare Federico d'Aragona, fratello di Giacomo. La sconfitta sarà sanzionata definitivamente con la Pace di Caltabellotta, stipulata nel 1303 tra Roberto d'Angiò, figlio di Carlo II e Federico, che riceveva il titolo di re di Trinacria e la Sicilia in feudo.
La sua posizione fu così risoluta che al Papa non restò che cercare l'accordo, autorizzando il re francese a riscuotere le imposte dal clero - in caso di estrema necessità - senza la preventiva autorizzazione pontificia. L'atteggiamento dispotico del Papa provocava, intanto, l'insorgere di uno schieramento ostile, che dalla Curia si espandeva all'intera aristocrazia romana, capeggiato dai cardinali Giacomo e Pietro Colonna. Dichiarando l'elezione del Caetani illegittima - in quanto non valida l'abdicazione di Celestino V - gli oppositori erano sostenuti anche dai francescani spirituali, che avevano definito - seguendo le laudi di Jacopone da Todi - Bonifacio un "novello anticristo".
Secondo le cronache dell'epoca, dopo lunghe trattative mediate dal cardinale Boccamazza, alla fine del 1298 i Colonna si presentarono al papa, chiedendo perdono e sottomettendosi alla sua autorità, di cui riconobbero la piena legittimità. Il Papa accolse con benevolenza le dichiarazioni di contrizione dei Colonna e accordò loro il suo perdono, ma la tregua non durò a lungo; tanto più che durante i negoziati fu stabilito, tra le altre cose, che la città di Palestrina - fulcro e roccaforte dei possedimenti della famiglia romana, entrasse tra i possessi del Papa, che non esitò a farla radere al suolo nella primavera del 1299 «perché non vi resti nulla, nemmeno la qualifica o il nome di città».
Bonifacio VIII si mostra alla folla dalla loggia delle Benedizioni del Laterano. Disegno acquarellato su carta di Giacomo Grimaldi - fn. XVI sec., Milano, Biblioteca Ambrosiana Nel 1301 si apriva l'ennesimo conflitto con la Francia. Con la bolla Salvator Mundi, Bonifacio aveva abolito i privilegi precedentemente concessi a Filippo IV e convocato l'episcopato francese e il re ad un Concilio, da tenersi a Roma l'anno seguente, al fine di definire una volta e per sempre i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Nel corso del Concilio, il 18 novembre 1302, Bonifacio VIII emanava la nota bolla Unam Sanctam , nella quale veniva ribadito dogmaticamente il seguente concetto:
Il Papa ribadiva ancora una volta la supremazia del potere spirituale su quello temporale. Durante il Consiglio di Stato, convocato al Louvre il 12 marzo del 1303 Filippo Il Bello comunicava di voler processare il Papa, che venne catturato dopo un assalto al palazzo di Anagni. Ma qui, a sopresa, la stessa popolazione cittadina prese le difese del Papa, che riuscì a liberare.
Papa Bonifacio VIII arrestato ad Anagni, 1303. Miniatura dalla Cronica di Giovanni Villani , Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana. Rientrato a Roma il 25 settembre sotto la protezione degli Orsini, fiaccato nel fisico e nello spirito, morì l'11 ottobre del 1303 e fu seppellito nella Cappella costruita per lui da Arnolfo di Cambio.
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