Bonifacio VIII

Benedetto Caetani (Anagni, 1235 - Roma, 1303), discendente di un ramo della famiglia pisana Gaetani, eletto Papa col nome di Bonifacio VIII nel 1294, dieci giorni dopo il "gran rifiuto" di Celestino V.

Il recente ritrovamento di un documento - datato al 1250 - nel quale si fa riferimento ad un canonico di Anagni di nome Benedetto, ha indotto a retrodatare la nascita di alcuni anni.

Una conferma potrebbe provenire, in tal senso, da una lettera con cui Niccolò IV, nel 1291, riferendosi al cardinal Benedetto Caetani usa il termine ad senium che, a quei tempi, stava ad indicare i sessantenni. La combinazione dei due documenti porta a concludere che Benedetto Caetani sia nato verso il 1230.

Monumento a Bonifacio VIII, Arnolfo di Cambio, Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

La sua carriera ecclesiastica fu rapida e prestigiosa. Prima dell'elezione, aveva studiato a Todi e a Bologna, specializzandosi in diritto canonico; eletto cardinale diacono del titolo di San Nicolò in Carcere Tulliano nel 1281, svolse missioni di grande fiducia presso le corti di Francia e Inghilterra e nel 1287 entrò a far parte del Sacro Collegio; nel 1291 fu nominato da papa Niccolò IV, cardinale prete titolare di SS. Silvestro e Martino ai Monti.

 

Dopo aver riportato la sede papale da Napoli a Roma, per sottrarre l'istituzione all'influenza di re Carlo II d'Angiò, Bonifacio iniziava il pontificato dichiarando nulle tutte le decisioni assunte dal suo predecessore Celestino V, che fece arrestare e rinchiudere nella rocca di Fumone, dove rimase fino alla morte.

Eliminato un potenziale antipapa, si trovò ad affrontare immediatamente la controversia in corso tra angioini e aragonesi per il possesso della Sicilia, che si protraeva dal 1282: il 20 giugno del 1295, spinto dal Papa che parteggiava per l'angioino, Giacomo II sottoscriveva la Pace di Anagni, rinunciando ad ogni diritto sulla Sicilia in favore di Bonifacio, che a sua volta li trasferiva a Carlo d'Angiò. La ribellione della popolazione siciliana costrinse il Papa a rivedere le sue posizioni: sicchè il 25 marzo del 1296 si vedeva costretto a incoronare Federico d'Aragona, fratello di Giacomo.

La sconfitta sarà sanzionata definitivamente con la Pace di Caltabellotta, stipulata nel 1303 tra Roberto d'Angiò, figlio di Carlo II e Federico, che riceveva il titolo di re di Trinacria e la Sicilia in feudo.

Statua di Bonifacio VIII. Arnolfo di Cambio, Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

La questione siciliana fu solo la prima di una lunga serie di sconfitte politiche, che segnalano il sostanziale fallimento della politica di Bonifacio VIII, causato da una concezione teocratica del potere pontificio improponibile in un'Europa che si avviava verso lo statalismo del basso Medioevo.

Un esempio della politica caetana fu, ad esempio, la bolla Clericis laicos (25 febbraio 1296) con la quale proibiva ai laici di tassare gli ecclesiastici e a questi di versare i relativi contributi, pena la scomunica. La Francia assunse, chiaramente, una posizione di opposizione radicale al provvedimento papale. Filippo IV Capeto, detto Il bello, respinse decisamente la bolla, emettendo una serie di editti nei quali vietava a chiunque, laici ed ecclesiastici, l'esportazione di danaro e preziosi; contemporaneamente vietava la residenza sul suolo francese agli stranieri, impedendo di fatto che eventuali legati pontifici potessero recarsi in Francia per la riscossione delle cosiddette decime.

La sua posizione fu così risoluta che al Papa non restò che cercare l'accordo, autorizzando il re francese a riscuotere le imposte dal clero - in caso di estrema necessità - senza la preventiva autorizzazione pontificia.

L'atteggiamento dispotico del Papa provocava, intanto, l'insorgere di uno schieramento ostile, che dalla Curia si espandeva all'intera aristocrazia romana, capeggiato dai cardinali Giacomo e Pietro Colonna. Dichiarando l'elezione del Caetani illegittima - in quanto non valida l'abdicazione di Celestino V - gli oppositori erano sostenuti anche dai francescani spirituali, che avevano definito - seguendo le laudi di Jacopone da Todi - Bonifacio un "novello anticristo".

La lotta culminò il 10 maggio 1297, quando i Colonna sottoscrissero un memoriale, il Manifesto di Lunghezza, nel il quale il Papa veniva dichiarato decaduto, sempre a causa della sua illegittima elezione, con espresso invito ai fedeli a non portare più obbedienza al Caetani. La reazione del Pontefice non si fece attendere: alla destituzione dei cardinali seguì un'ulteriore lotta con i Colonna, che si concluse con la sconfitta di questi ultimi. Lo stesso Jacopone da Todi, che aveva scritto un componimento intitolato O Papa Bonifazio contro il governo del Caetani, fu rinchiuso in un convento e scomunicato, mentre alla famiglia Colonna, riparata in Francia sotto la protezione di Filippo Il Bello, furono confiscati i beni, che vennero divisi tra la famiglia del papa e quella degli Orsini.

Jacopone da Todi in un affresco di Paolo Uccello nel Duomo di Prato

Secondo le cronache dell'epoca, dopo lunghe trattative mediate dal cardinale Boccamazza, alla fine del 1298 i Colonna si presentarono al papa, chiedendo perdono e sottomettendosi alla sua autorità, di cui riconobbero la piena legittimità. Il Papa accolse con benevolenza le dichiarazioni di contrizione dei Colonna e accordò loro il suo perdono, ma la tregua non durò a lungo; tanto più che durante i negoziati fu stabilito, tra le altre cose, che la città di Palestrina - fulcro e roccaforte dei possedimenti della famiglia romana, entrasse tra i possessi del Papa, che non esitò a farla radere al suolo nella primavera del 1299 «perché non vi resti nulla, nemmeno la qualifica o il nome di città».

Bonifacio VIII si mostra alla folla dalla loggia delle Benedizioni del Laterano.

Disegno acquarellato su carta di Giacomo Grimaldi - fn. XVI sec., Milano, Biblioteca Ambrosiana

Nel 1301 si apriva l'ennesimo conflitto con la Francia. Con la bolla Salvator Mundi, Bonifacio aveva abolito i privilegi precedentemente concessi a Filippo IV e convocato l'episcopato francese e il re ad un Concilio, da tenersi a Roma l'anno seguente, al fine di definire una volta e per sempre i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Nel corso del Concilio, il 18 novembre 1302, Bonifacio VIII emanava la nota bolla Unam Sanctam , nella quale veniva ribadito dogmaticamente il seguente concetto:

«…nella potestà della Chiesa sono distinte due spade, quella spirituale e quella temporale; la prima viene condotta dalla Chiesa, la seconda per la Chiesa, quella per mano del sacerdote, questa per mano del re ma dietro indicazione del sacerdote».

Il Papa ribadiva ancora una volta la supremazia del potere spirituale su quello temporale. Durante il Consiglio di Stato, convocato al Louvre il 12 marzo del 1303 Filippo Il Bello comunicava di voler processare il Papa, che venne catturato dopo un assalto al palazzo di Anagni. Ma qui, a sopresa, la stessa popolazione cittadina prese le difese del Papa, che riuscì a liberare.

Papa Bonifacio VIII arrestato ad Anagni, 1303. Miniatura dalla Cronica di Giovanni Villani , Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana.

Rientrato a Roma il 25 settembre sotto la protezione degli Orsini, fiaccato nel fisico e nello spirito, morì l'11 ottobre del 1303 e fu seppellito nella Cappella costruita per lui da Arnolfo di Cambio.

Documenti di Bonifacio VIII contenuti nel liber:

 

 

 

  • Duffy E., La grande storia dei Papi, Milano, Mondadori 2003.

  • Kelly J.N.D., Dizionario illustrato dei Papi, Oxford-New York, PIEMME 2003.

  • Les registres de Boniface VIII (1294-1303), ed. A. Thomas, M. Faucon, G. Digard e R. Fawtier, Parigi 1884-1939.

  • Montaubin P., Entre gloire curiale et vie commune: le chapitre cathédral d'Anagni au XIII siecle in Mélanges de l'École Française de Rome, Moyen Âge, 109 (1997), pp. 303-442.

  • Morghen R., Bonifacio VIII e il Giubileo del 1300 nella storiografia moderna, Roma, Edizioni dell'Elefante 1975 (Quaderni della Fondazione Camillo Caetani, 1).

  • Paravicini Bagliani A., Bonifacio VIII, Torino, Einaudi 2003.

  • Seriacopi M., Bonifacio VIII nella storia e nell'opera di Dante, Firenze, FirenzeLibri 2003.