Divisa Mertu

Varianti

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Identificazione

Località Mirto.

Ubicazione

Tra il monte e la contrada Mirto, poco distante da Partinico e nei pressi dell’area archeologica adiacente I Casalini: IGM, s. 25/V, Partinico, f. 249, sez. III-SE.

 

Traduzione

La divisa Mertu inizia dalla torre di Ercole, al monte che sovrasta Ercole, alla scala di Mirto: le acque che scorrono ad oriente appartengono a Mirto, quelle a occidente a Partinico; e va a Cilea, e da lì alla collina del Ponte del Negro, e da lì al vallone di Mirto, e sino al Pirerio. Scende ai salici, sino a Scaragium, all’inizio di Muheyb, scende lungo il fiume sinchè si incontra il fiume di Mirto dove si trova la torre di Ercole, va alla fonte Zarca, e qui terminano i confini. La superificie lavorabile è di 897 salme, non lavorabili o destinate al pascolo 273 salme, e all’interno di questi confini nella pianura che c’è nella parte settentrionale di Adrius vi sono 15 salme di terreno coltivate da uomini di Partinico.

 

Descrizione

I confini della divisa erano formati da una via, dal Monte Billiemi e dall’attuale contrada Ragala; a nord, lungo l’asse di Partinico, il territorio era limitrofo ad una zona paludosa (Lumarge o Pantano) sita ai limiti della foresta che si estendeva sino al fiume Jato. Sul territorio, abitato da sette borgesi e con una superficie divisa tra 897 salme lavorabili e 273 destinate al pascolo, insistevano alcune emergenze significative: la torre di Ercole, la scala e il fiume di Mirto - che potrebbero essere posizionati nella via da Mirto portava a Palermo citata nella divisa Jatini - il ponte del Negro, una terra Adrius che conteneva 15 salme di terreno coltivate da uomini di Partinico.

Notizie

La circoscrizione è descritta nel rollo del 1182.

 

 

Se ne rintraccia inoltre una notizia precedente in un diploma greco-arabo del 1133. La località, che era stata un centro abitato bizantino noto come “fondo Anniana sive Myrtus” appartenente al nobile Lauricio e i cui ruderi si trovano ancora nelle vicinanze della sorgente Irachi, mostra continuità sia nella toponomastica che nelle forme insediative: dal 1401 è infatti feudo che conta circa 600 salme, di cui 200 coltivabili; nel 1702 viene descritta come casale dato a censo, con magazzini, trappeto d’olio, mulino e una casa ormai in rovina. Infine, dalla metà dell’Ottocento ricade nel territorio di Borgetto, pur mantenendo la dipendenza spirituale dalla diocesi monrealese.

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