Tribunali ecclesiastici

I tribunali vescovili italiani nel tardo medioevo sono stati recente oggetto di un nuovo interesse della ricerca, sebbene tali studi – orientati sulle competenze e gli interventi nelle controversie che coinvolgevano chierici e laici, e sulle procedure e i tempi della giustizia - si siano finora concentrati sulle aree di Como e Milano.

Si veda, a titolo di esempio

  • Della Misericordia M., Giudicare con il consenso. Giustizia vescovile, pratiche sociali e potere politico nella diocesi di Como nel tardo Medioevo, in Archivio Storico Ticinese, 38 (2001), pp. 179-218).

Sulla scia di questa attenzione sono però emersi nuovi elementi e spunti di riflessione circa il rapporto tra la giurisdizione vescovile e l’autorità politica nell’Italia centro-settentrionale: ma questa stagione di indagini ha lasciato in ombra la compenetrazione della giustizia ecclesiastica con le pratiche infragiudiziarie e le strategie di conduzione delle controversie, che è stata invece oggetto di analisi approfondite da parte della ricerca anglofona, cfr.

  • Helmholz R.H., Crime, Compurgation and the Courts of the Medieval Church, in Law and History Review, 1 (1983), pp. 1-2; M. Ingram, Church Courts, Sex and Marriage in England, 1570-1640, Cambridge, Cambridge University Press 1987, in part. le pp. 15-16, 20, 27.

In Italia sembra perpetuarsi una scarsa comunicazione tra gli studi sulla giustizia ecclesiastica e quelli dedicati alle pratiche del conflitto. I primi, infatti, hanno adottato finora una prospettiva  che ha consentito di chiarire i modi in cui i tribunali vescovili operavano, ma ha trascurato i motivi per cui chierici e laici decidevano di rivolgersi a quei tribunali; i secondi non hanno finora adeguatamente considerato il ruolo che - tra le altre risorse giudiziarie disponibili per le parti impegnate in contenziosi - ricopriva il foro vescovile. L’esito di questa divergenza è stato l’apporto sostanzialmente marginale delle ricerche dedicate ai tribunali episcopali al filone di indagini - notevolmente arricchitosi negli ultimi anni anche in Italia – sui temi della giustizia e del conflitto, cfr.

  • Zorzi A., Giustizia criminale e criminalità nell’Italia del tardo medioevo: studi e prospettive di ricerca, in Società e storia, 12 (1989), p. 949; Id., Tradizioni storiografiche e studi recenti sulla giustizia nell’Italia del Rinascimento, in Cheiron, 8 (1991), p. 30.

Sull’esercizio dell’alta giustizia da parte dei titolari di Santa Maria Nuova, v.

  • D’Alessandro V., Il ruolo economico e sociale della Chiesa in Sicilia dalla rinascita normanna all’età aragonese, in Gli spazi economici della Chiesa nell’Occidente mediterraneo (secoli XII-metà XIV), Pistoia, Centro italiano di studi di storia e d’arte, Comune di Pistoia 1999, pp. 259-286:266-267.
  • Giordano N., Nuovo contributo alla determinazione dei rapporti tra Stato e Chiesa in Sicilia al tempo dei Normanni, in Archivio Storico Siciliano, n.s. 41 (1916), pp. 25-47:37.
  • Grossi P., Le abbazie benedettine nell’alto medioevo italiano, cit., p. 9.
  • Kamp N., Monarchia ed episcopato nel Regno svevo di Sicilia, in Potere, società e popolo nell’età sveva (1210-1266). Atti delle VI Giornate Normanno-Sveve (Bari - Castel del Monte - Melfi, 17-20 ottobre 1983),  Bari, Dedalo 1985 (Atti, 6), pp. 123-149:127.

Bibliografia generale

Sit justiciarius omnium terrarum: il privilegio di esercitar giustizia

Sezione Storia e territorio di Monreale