Sistemi di confinazione medievale

  • F. Benvenuti, Evoluzione storica del concetto di confine, in Confini e regioni. Il potenziale di sviluppo e di pace delle periferie. Atti del convegno (Gorizia, 23-27 marzo 1972), Trieste, Lint 1973 (Pubblicazioni dell’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia), p. 16.

  • P. Bonefant, A propos des limites médiévales, in Hommage a Lucien Febre. Eventail de l’histoire vivante, 2 voll., Paris 1953, II, pp. 73-79.

  • O. De La Pradelle, La frontière. Étude de droit international, Paris, Les editions internationales 1928.

  • G. Dupont-Ferrier, L’incertitude des limites territoriales en France du XIIIe siècle au XVIe, in Comples-rendus de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, Paris 1942, pp. 62-77

  • B. Guenée, Espace et État en France au Bas-Moyen Age, in Annales ESC, 23 (1968), 4, pp. 744-758; ora in Politique et histoire au Moyen-Age. Recueil d’articles sur l’histoire politique et l’historiographie médiévale 1956-1981, Paris, Publications de la Sorbonne 1981, pp. 73-92.

  • J.F. Lemarigner, Recherches sur l’hommage en marche et les frontières féodales, Lille 1945, in part. pp. 23, 70ss., 177ss.

  • P. Peyvel, Structures féodales et frontières médiévales: l’exemple de la zone de contact entre Forez et Bourbonnais aux XIIIe et XIVe siècle, in Le Moyen Age, 92 (1986), pp. 51-83. 

Fondamentali sono le considerazioni proposte da Umberto Eco nel suo ormai classico Trattato di semiotica generale. Lo studioso constatava infatti che, nel mondo medievale, il sistema terminale come insieme di elementi strutturati reciprocamente era stato a tutti gli effetti un sistema semiotico: la descrizione di delimitazioni confinarie, rintracciabile nella documentazione italiana a partire dal IX secolo, attuava quindi concretamente una manipolazione degli elementi paesaggistici a fine conoscitivo, cfr.

  • U. Eco, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani 1975, pp. 58-61.

Sui libri finium o terminationum si vedano, a titolo esemplificativo, i casi di Bologna, Vicenza e Perugia.

Su Bologna cfr.

  • A.I. Pini, Gli estimi cittadini di Bologna dal 1296 al 1329, in Studi Medievali, s. III, 18 (1977), pp. 111-159.

  • M. Venticelli, Ilibri terminorum” del Comune di Bologna, in Metropoli medievali. Proceedings of the Congress of Atlas Working Group International Commission for the History of Towns, a cura di F. Bocchi, Bologna, Il Mulino 1999, pp. 223-330:245-330.

Per Vicenza:

  • F. Lomastro, Spazio urbano e potere politico a Vicenza nel XIII secolo. Dal “Regestum possessionum comunis” del 1262, Vicenza, Accademia Olimpica 1981 (Documenti e monumenti, 2).

Sul registro v. anche

  • Id., IlRegestum possessionum Comunis Vincentie del 1262: suggestioni e problemi, in Studi di storia sociale e religiosa. Scritti in onore di Gabriele De Rosa, a cura di A. Cestaro, Napoli, Ferraro 1980, pp. 87-98.

Per Perugia:

  • M. Vallerani, IlLiber terminationum del comune di Perugia, in Mélanges de l’École Française de Rome, Moyen Âge, Temps Modernes, 99 (1987) 2, pp. 649-699.

Per un approfondimento sull’argomento v.

Interessanti considerazioni di carattere generale sul rapporto tra confini e misurazione della terra in ambito comunale sono svolte da

  • P. Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Milano,  B. Mondadori 1997 (Testi e pretesti), pp. 5-10 e 29-30.

Particolarmente significative sono a questo proposito le riflessioni sul caso senese di P. Cammarosano, Tradizione documentaria e storia cittadina. Introduzione al “Caleffo Vecchio” del Comune di Siena, Siena, Accademia Senese degli Intronati 1988, pp. 51 e sgg.

Sui libri comunis cfr.

  • G. Tamba, Libri, libri contractum, memorialia nella prima documentazione finanziaria del comune bolognese, in Id., Studi e ricerche di diplomatica comunale, II, 1990, pp. 79-110; ora in Id., Una corporazione per il potere. Il notariato a Bologna in età comunale, Bologna 1998, pp. 259-295, in part. la p. 268.

Nelle opere dei giuristi medievali ampia accoglienza viene destinata sia alla dettagliata ricognizione delle tipologie confinarie sia all’elaborazione di un complesso di regole che permettesse lo sviluppo di una modalità di composizione dei conflitti capace di incidere direttamente sulla stessa articolazione sociale ed economica di alcuni territori.

A partire dai rescritti pontifici, attorno ai quali il discorso di questi giuristi si è sviluppato, autori come Sinibaldo Fiesci (il futuro Innocenzo IV) o Giovanni d’Andrea, contribuiscono a creare una sorta di diritto dei confini che più tardi verrà utilizzato anche al di fuori del diritto canonico, cfr. Innocenzo IV, In V libros Decretalium commentaria, Venetiis 1570: De probationibus; Super eo; De parochiis et alienis parochianis.

  • G. Del Monte, Tractatus de finibus regendis, Venetiis 1574.

  • G. D’Andrea, In secundum Decretalium librum novella commentaria, Venetiis 1612).

Sull’argomento v.

Bibliografia generale

Il Rollum Bullarum

Analisi delle divisae di Monreale

Semiotica dei confini e descrizione del territorio

Sezione Storia e territorio di Monreale