Un territorio da difendere: controversie e usurpazioni patrimoniali
Notevole rilievo assumono, nella storia della gestione del patrimonio fondiario monrealese, le notizie riguardanti controversie territoriali connesse a fenomeni di oblio e confusione sui diritti relativi ai confini e alla terra, sia in quella zona della Sicilia che più direttamente era soggetta al controllo e alla giurisdizione della chiesa di Santa Maria Nuova, sia nelle aree continentali assegnate – col privilegio di fondazione – all’arcidiocesi.
In questa direzione, la ricerca condotta sulle carte del Liber Privilegiorum ha consentito di ricostruire una vera e propria galleria di esempi e modalità con cui vennero affrontati, in periodi diversi, i contrasti sorti a seguito delle numerose usurpazioni compiute sui possedimenti di Monreale.
Allo stesso secolo dovrebbe appartenere anche il codice membranaceo XX.E.8 della Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Monreale, di mm. 335×235 e cc. 148 a due colonne, scritto in carattere gotico con rubriche rosse e capilettera ornati a disegno alternativamente rosso e celeste e rilegato in pelle rossa, su tavolette recanti tracce di quattro fermagli di rame.
Negli ultimi due fogli del cod. XX.E.8 sono trascritti:
Dovrebbe altresì essere il volume menzionato al n. 199 dell’Inventario che nel 1535 il governatore di Monreale Bernardo Spina, per ordine dell’arcivescovo cardinale Ippolito dei Medici, fece eseguire dal notaro Gian Luigi Altavilla6.
Si tratta di un grosso volume cartaceo di cc. 171 numerate sul recto, oltre a 13 fogli non numerati al principio, otto dei quali bianchi e cinque con le tavole dell’indice, misurante mm. 480×290, che contiene trascrizioni o sunti – vergati in una minuta italica – di 329 documenti privi di ordine logico o cronologico, ma ad ordine cronologico è disposto l’indice generale del volume nei primi fogli, che precedono immediatamente la dedica del codice. Il manoscritto ha subito dolorose vicende: Millunzi informava che agli inizi del XVII secolo, durante una controversia sorta tra il clero secolare e i monaci benedettini, alcuni fogli del volume furono strappati e bruciati alla presenza del cardinale Cosimo de Torres. Secondo lo storico infatti,
E infatti,
1 A. Petrucci, Fra conservazione ed oblio: segni, tipi e modi della memoria scritta. Relazione presentata per i 120 anni dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, (Roma, 27 giugno 2003), in Bullettino dell’Istituto storico italiano per il medio evo, 106 (2004), 1, pp. 75-92. 2 La notizia viene riportata da Henri Bresc nella sua monografia su libri e società in Sicilia, cfr. H. Bresc, Livre et société en Sicile (1299-1499), Palermo, Centro di studi filologici e linguistici 1971 (Bollettino del centro di studi filologici e linguistici. Supplemento), p. 294. 3 Cfr. Catalogo dei manoscritti del “Fondo Monreale” della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, già Biblioteca Nazionale, a cura di C. Pastena, Palermo, Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della Pubblica istruzione 1998 (Sicilia/Biblioteche, 39), pp. 29-31. 4 Cfr. C.A. Garufi, Catalogo illustrato del Tabulario di S. Maria Nuova in Monreale, Palermo, Era Nuova 1902 (Documenti per servire alla storia di Sicilia, s. I), p. VII, nota 1. 5 Cfr. G. Millunzi, Il Tesoro, la Biblioteca e il Tabulario della Chiesa di Santa Maria Nuova in Monreale, in Archivio Storico Siciliano, 28 (1903), pp. 249-294: 253, nota 2. 6 Cfr. N. Giordano, Pagine monrealesi. Spigolature storiche, Palermo, Renzo Mazzone Editore 1972, p. 33. 7 Per questo codice v. G. Millunzi., Il Tesoro, la Biblioteca e il Tabulario della Chiesa di Santa Maria Nuova in Monreale cit., pp. 285-286. |